Campogrande in jazz

Vincenzo Lucarelli (pno)
Gerardo Bartoccini (bass)
Armando Sciommeri (drums)

cd DDT, 2009

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  1. Mentre piove (from the opera “Lego”)
  2. Ombroso (from “Ink-jet preludes”)
  3. Tema dei vinti (from “Valzer”)
  4. Africa blu (from “Mosorrofa o dell’ottimismo”)
  5. Tango (from “Capelas imperfeitas”)
  6. Sarabanda dell’alba che non si voleva incomodare (from “Dances of Laughter and Forgetting”)
  7. Bossa del vento?
  8. Il finale

Sorprendere un compositore
Mai avrei potuto immaginare che Ombroso, uno dei miei Preludi a getto d’inchiostro per chitarra, avrebbe potuto abbandonare le sue consuete sale da concerto per farsi ascoltare in un jazz club. E mai avrei previsto che la Sarabanda dell’alba che non si doveva incomodare, stufa delle stagioni di musica da camera, si sarebbe affidata così volentieri alle cure di un trio con in testa l’idea curiosa di riformulare “in jazz” alcune pagine nate con destinazioni così diverse. Perché è ormai consueto ascoltare Bach, Chopin, persino un certo Mozart diventare terra di conquista per i jazzisti più curiosi; ma non avevo mai ascoltato la metamorfosi di musica “altra” appena composta, musica che un compositore come me abitualmente scrive perché la si suoni là dove abita di solito, nei teatri e negli auditoria, insieme a Beethoven o a Stravinskij.
Che effetto mi fa? Beh, è un’esperienza elettrizzante. In alcuni casi, in brani che con il jazz cercavano un contatto, ascolto prendere forma paesaggi sonori che erano appena tratteggiati – mi capita in Africa blu, o in Mentre piove. Altrove, invece, vengo sbalordito dal sentire emergere città, regioni, continenti interi che non supponevo potessero germogliare dalle poche note con le quali questi tre formidabili moschettieri hanno deciso di confrontarsi.
Mi chiedono talvolta dove abiti il senso del mestiere di compositore: io credo che sia di casa nel cercare di rendere un po’ più bella la vita di chi mi sta intorno, tratteggiando territori che prima non esistevano. Sentire oggi che qualche mia pagina si rivela fertile per un trio di jazzisti esperti, che lì sopra loro riescono a costruire edifici così affascinanti mi riempie di gioia; e sono certo che un po’ della mia allegria ricadrà addosso a chi avrà il piacere di ascoltare questo disco.

Nicola Campogrande

February 21, 2016