Tempi burrascosi

Tv broadcasted in April 21, 2009, by Rai3 “Prima della prima” (more than 160.000 viewers)
Radio broadcastad in Juanuary 3, 2010, by Radio3 “Radio3 Suite”

Il successo netto di questi Tempi Burrascosi, la novità assoluta di Nicola Campogrande, va distribuito fra tutti gli artefici e dà ragione alla scelta di aver trasferito nella stagione dei “grandi” questo lavoro nato per le mattinate dedicate ai piccoli delle scuole. Il testo di Dario Voltolini è divertente nell’evocare la Creazione e l’ira divina scatenante il diluvio in cui si inserisce la storia dell’alleanza fra un pesciolino creato per sbaglio in cima ad una montagna e la colomba mandata in avanscoperta da Noè. Elio, qui voce recitante anziché cantante, lo scandisce con maestria, stavolta paludato in incerato e stivaloni da burrasca. La musica di Campogrande è felice nell’invenzione e nelle combinazioni compositive, una versione personale ed elegante del genere della fiaba musicale alla Prokof’ev aggiornata su moduli e profili di marca minimalista ma anche, più in generale, da una sorta di fiabesca luminosità neo-neoclassica, colta assai bene dalla direzione di Daniele Giorgi sul podio dell’Orchestra della Toscana. Il team di Controluce Teatro d’Ombre firma le proiezioni evocanti la creazione, il diluvio, tutto il poetico ed irresistibile serraglio di bestie reali e fantastiche (come l’orchestrosauro). Alla fine, l’esito ottimo premia il coraggio di chi continua a commissionare musica nuova anche in questi tempi burrascosi per la musica
Il Giornale della Musica Recensioni On Line

Tutto insomma concorre all’ottima riuscita dello spettacolo, non a caso salutato dagli applausi di un pubblico numeroso
– Il Giornale (ediz. della Toscana)

C’è una diffusa convinzione riguardo la musica colta contemporanea. E cioè che si tratti di qualcosa di difficile, noioso e soprattutto destinato a qualcuno che non si sa bene chi sia. A 39 anni Nicola Campogrande ha già al suo attivo 26 dischi e le sue opere sono eseguite circa settanta volte l’anno in giro per il mondo. Non male per uno che apparterrebbe alla misteriosa categoria dei compositori di musica contemporanea.
Torinese (è il direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Torino), ha studiato al conservatorio di Milano con Azio Corghi e dice di essere un “compositore felice”, che non passa un giorno senza scrivere qualcosa, a parte due mesi l’anno nei quali si dedica alla radio (è, infatti, uno dei conduttori storici di Radio3 Suite). “Parto dall’idea che a contare sia soprattutto il piacere dell’ascolto” dice Campogrande, “fare musica è un’attività sexy, non qualcosa di pesante. E oggi più di ieri abbiamo bisogno di un gesto creativo gioioso”. Il musicista ha una spiccata propensione per il teatro e una particolare attenzione per il pubblico dei più piccoli. Premiato soprattutto per la sua capacità di scrivere in maniera trasparente, aveva già messo a segno un buo n colpo una decina di anni fa con Cronache animali. La sua nuova opera si intitola Tempi burrascosi: è una favola musicale per voce recitante e orchestra che andrà in scena a partire dal 9 gennaio al Teatro Verdi di Firenze, per sei rappresentazioni fino al 14, con l’Orchestra regionale Toscana diretta da Daniele Giorgi. Protagonista d’eccezione, Elio, che da tempo conduce una vita musicale parallela a quella con le Storie Tese, fatta sempre di esperimenti tendenti al grottesco ma con una matrice più “colta”. E, a giudicare dalla vicenda raccontata nell’opera, sembrerebbe il collaboratore più adatto.
Tempi burrascosi è una favola musicale. Ma non sembra concepita solo per i bambini.
“Infatti è destinata a un pubblico di piccoli e di adulti. Non uso un linguaggio musicale pensato apposta per i bambini, non semplifico niente. L’aspetto più interessante sono i diversi livelli di lettura: i ragazzi in questa storia vedranno una cosa, gli adulti un’altra”.
Una storia ambiziosa però, quella della creazione del mondo…
“Eh già, ma ancora più coraggioso è il punto di partenza: un errore divino. Con Dario Voltolini, cha ormai io chiamo “il mio librettista”, abbiamo tentato di raccontare una storia piccola all’interno di una più grande. Tutto parte da uno sbaglio del Creatore, che, nel fare il mondo, mette un pesciolino su un albero anziché nel mare. Bel problema per la piccola creatura, che non sa come nutrirsi. L’occasione per liberarsi gli arriverà quando Dio scatenerà il diluvio universale e il pesciolino potrà approfittarne per gettarsi nel mare. In realtà, da qui nasceranno una serie di difficoltà che renderanno la storia particolarmente avvincente”.
E Dio come parlerà?
“Voltolini, scrittore geniale nel giocare con le parole, ha creato per Dio una lingua tutta sua. E’ una sorta di grammelot mescolato a un latino maccheronico. Insomma, una lingua altra, che non significa niente di per sé, ma che stranamente risulta comprensibile ed efficace”.
Soprattutto, immaginiamo, parlata da Elio… Quando vi siete incontrati? Come è nata la vostra collaborazione?
“Il primo incontro con Elio risale ad alcuin anni fa, quando scrissi per lui una romanza che doveva cantare come baritono durante i suoi concerti “classici”. Così, quando più recentemente gli ho chiesto di fare la voce recitante nella mia opera, ha accettato immediatamente. Elio ha due doti molto preziose. Per prima cosa, e questo è evidente, è un personaggio estroso e surreale, in grado di caricare il testo di significati personali. Poi, e questo aspetto è meno conosciuto, è molto scrupoloso e cura ogni dettaglio. Tutto ciò lo rende un grande interprete. Probabilmente stavolta non sarà in frac, ma vestito di un impermeabile giallo, da diluvio appunto”.
La storia della musica ha illustri precedenti nell’ambito della fiaba raccontata attraverso la musica. Il caso di Pierino e il lupo di Prokof’ev vale per tutti. Quali sono le differenze co il suo lavoro? “Tempi burrascosi innanzitutto non ha uno scopo didattico; inoltre si avvale di un ensemble di musicisti molto più vasto. Dura poi praticamente il doppio ed è pensata tenendo presente un secondo piano di narrazione, che è quello delle ombre cinesi”.
Dal punto di vista scenico, la scelta è caduta non su normali attori o danzatori, ma su un suggestivo allestimento fatto di proiezioni.
“In Italia abbiamo una delle migliori compagnie di teatro d’ombra, Controluce. I componenti di questa compagnia hanno trovato una personalissima poetica, riuscendo a dare tridimensionalità e colore al classico teatro d’ombre. Dietro l’orchestra ci sarà un enorme schermo cinematografico dove i personaggi della storia verranno proiettati. Un modo elegante, credo, per raccontare la più grande storia di sempre”.
– Federico Capitoni, Il Venerdì di Repubblica december 19, 2008

In Tempi burrascosi Campogrande e Dario Voltolini, autore dei testi, si occupano della creazione del mondo — anticipa Elio —. I toni sono quelli lievi della favola in musica, stile Pierino e il Lupo. Il mio compito sarà di ricapitolare quei sette giorni fatidici in cui Dio si mise al lavoro per tirar fuori dal caos tutto ciò che ci circonda». «Ma è andato tutto bene? Non è che, nella foga, Dio ha sbagliato qualcosa?», interviene Campogrande. «La prima questione, a dire il vero, sarebbe se Dio esiste — ribatte Elio —. In tal caso però non potrebbe che essere infallibile. Ma come te la spieghi allora l’esistenza della morte, della sofferenza? Come ti spieghi la Shoah o quel poveretto legato e bruciato vivo a Catanzaro? Nessuno fa una seria riflessione sul male». Molto meno drammaticamente, come spiega Dio quel pesciolino che ha fatto finire su un ramo d’ulivo anziché nel mare? Una svista? «Ci piaceva l’idea di mettere in crisi il Creatore — sorride Campogrande —. Alla fine però, quando arriverà il diluvio, sarà il pesciolino il solo a cavarsela, a sopravvivere all’invasione delle acque». «Con Elio abbiamo in ballo un vera opera», annuncia Campogrande. «E pensare che fino a qualche anno fa pensavo che il mondo della classica fosse una setta. O ne facevi parte o ne eri escluso — sospira Elio —. Ma di recente sono cambiate molte cose: anche i più severi del compositori si sono resi conto che non si può prescindere dal pubblico. C’è nuovo impulso verso altri territori. Hanno chiamato persino me».
– Giuseppina Manin, Il Corriere della Sera

Tempi burrascosi, favola musicale per voce recitante e orchestra commissionata dall’Orchestra della Toscana, è, dice l’autore, il compositore torinese Nicola Campogrande, ‘una storia piccola avvitata ad una storia grande’: la storia di un pesciolino che Dio durante la Creazione ha piazzato per sbaglio in cima a una montagna (…).
Elio, tu che sei un attraversatore e miscelatore di generi musicali ci vuoi aiutare a capire com’è la musica di Tempi burrascosi?
‘La musica è musica, bella o brutta. La musica di Campogrande è composta bene e con gusto (…)”.
– L’unità

“(…) è una commissione dell’Orchestra della Toscana, il cui direttore artistico, Aldo Bennici, continua anche in tempi duri a onorare l’impegno a commissionare musica nuova, ed è, dice Campogrande, “una storia piccola avvitata ad una storia grande”, nientemeno che Creazione e Diluvio Universale: un pesciolino creato per errore in cima ad una montagna (anche Dio qualche volta sbaglia) nel suo viaggio verso il mare si ritroverà ad indicare la rotta all’Arca di Noé (…)”.
– Elisabetta Torselli, Il Giornale della Musica

Campogrande ha uno stile compositivo molto diretto che non prevede intellettualismi di sorta, né dal punto di vista del linguaggio né della forma della composizione (…). Ha come filo conduttore l’immediatezza nel rapporto con l’ascoltatore non meno che la gradevolezza illustrativa la quale, contrappuntata dalla voce recitante (per dare un’idea generale del brano: un po’ come Pierino e il lupo), lo rende più che godibile al primo a scolto e soprattutto agli ascoltatori non abituati ai linguaggi a volte astrusi della cosiddetta ‘musica colta’
– Fabio Bardell, Operaclick

Pensata per un pubblico di piccoli uditori, la favola commissionata dall’Ort ha il pregio di avere una molteplicità di livelli di fruizione. Il testo contiene reminescenze bibliche e letterarie, ma possiede una forma e soprattutto un linguaggio che la rendono godibilissima per i bambini. La musica di Nicola Campogrande è sicuramente capace di emozionare un ascoltatore di qualsiasi età.
A tessere la trama sono numerosi simboli legati alle Sacre Scritture come quello della colomba bianca, dell’ulivo e del pesce. Ciò che colpisce del testo di Voltolini sono la libertà e la creatività del linguaggio, ricco di espressioni evocative, di suoni onomatopeici e di immagini suggestive (come quella dell’Orchestrosauro, orrenda bestia marina che vuole divorarsi il pesciolino). La drammaturgia musicata è affidata all’ironia (Noè è così chiamato dal Creatore perché gli uomini capiscano che non devono più comportarsi così). Anche Dio si esprime attraverso una lingua di pura invenzione, a metà tra il gramelot (Scànghera scàngehra nemella sdrena! Abba scorabba, zut zattera scrack!) e un latino maccheronico (Luxa e vitaxa perexi e peraxa!Paxa e ripaxa, larghetzia e felitzia!).
La musica di Nicola Campogrande, compositore di primo piano nel panorama italiano della sua generazione, possiede grande forza espressiva e non scade quasi mai nella didascalia. Si cimenta nell’arduo compito di tradurre in suono la creazione del mondo e il diluvio universale, inserendosi così in una tradizione autorevole e consolidata, e il risultato è davvero fresco e innovativo quanto piacevole e seducente.
Eccellente prova, anche questa volta, per la bacchetta di Daniele Giorgi (compositore e spalla dell’Ort, oltre che bravo direttore) abilissimo nel guidare un’Orchestra Regionale Toscana flessibile e dinamica.
Suggestiva e affascinante per certe soluzioni visive, anche la proiezione di luci e ombre (…)
– Enrica Fialà, TeatroTeatro.it

Per Campogrande scrivere musica per un pubblico baby è un’impresa tutt’altro che facile: ‘I bambini sono esigenti, perché naturalmente disposti alla complessità. E poi Tempi burrascosi vuole rivolgersi anche agli adulti, quindi è un’opera stratificata, con più piani di lettura. Cerchiamo di scatenare due tipi diversi di reazione: il divertimento da parte dei più piccoli, i riferimenti più colti da parte di chi è abituato alla classica’. L’impasto musicale è quello che da sempre contraddistingue l’estro di Campogrande: fantasiosi intrecci tra forme classiche, echi jazz, frammenti minimalisti, ‘è musica scritta da un compositore di 39 anni, che vive nel 2009, che ha tutti gli album di Elio. E che non possiede paraocchi’, spiega il compositore”.
– Fulvio Palosci, la Repubblica (ediz. di Firenze)

I tempi sono di tutti i tipi. E quelli di oggi (come quelli di ieri?) abbondano di aggettivi. Difficili, convulsi, mediocri, scivolosi, oscuri, brutti, pericolosi, grami, poveri e via via in crescendo. Naturalmente sono anche burrascosi, come recita il titolo della favola musicale per bambini o non adulti (fa differenza?) che l’orchestra della Toscana (da sempre attenta alle dinamiche del contemporaneo in musica) ha commissionato a Nicola Campogrande, 39enne autore in ascesa formatosi alla scuola di Azio Corghi, che ama dipanare forme e linguaggi diversi in sintesi ideali, stratificate e insinuanti (…)
il manifesto

Coi suoi diluvi e i suoi colpi di scena, Tempi burrascosi è una novella dai diversi piani di lettura narrata col contributo del teatro d’ombre Controluce. Campogrande, che ha lavorato su un testo di Dario Voltolini, la definisce una favola per grandi adatta anche ai più giovani (…)
– Andrea Spinelli, Il resto del Carlino / La Nazione / Il Giorno

“Abbiamo voluto – ha spiegato Campogrande presentando ieri l’opera insieme a Elio e al direttore d’orchestra Daniele Giorgi – avvitare una storia piccola su una più grande. Quella grande è naturalmente la creazione del mondo, quella piccola è la storia del pesce che cerca di tornare al mare dopo che per sbaglio Dio lo ha creato su un ramo”. La storia del pesciolino, ha aggiunto Campogrande, “segue quella della creazione, fino al diluvio universale che, se per gli uomini sarà un castigo, per il piccolo pesce sarà invece una manna, anche se una volta nel mare dovrà fare i conti con i predatori e con un ambiente che non conosce affatto”
– Il Giornale

Vedremo il celebre cantante milanese impegnato in un grammelot scritto per lui da Voltolini pensando a ‘come si sarebbe espresso Dio prima dell’invenzione del linguaggio’. Impresa impegnativa anche per l’Ort, di cui però Daniele Giorgi loda la ‘duttilità’ nell’affrontare un’opera legata alla tradizione della musica scritta ma dalle forti componenti surreali e originali
Corriere fiorentino

La musica di Nicola Campogrande per raccontare una storia per bambini che piacerà ai grandi
Il nuovo Corriere di Firenze

“Abbiamo voluto – ha spiegato Campogrande – avvitare una storia piccola su una più grande. Quella grande è naturalmente la creazione del mondo, quella piccola è la storia del pesce che cerca di tornare al mare dopo che per sbaglio Dio lo ha creato su un ramo”
Il Tirreno

Tempi Burrascosi è una fiaba in musica in piena regola: in essa, parola e suono si fondono in una sintesi cristallina; la trama scorre via veloce, la musica segue il testo, contrappuntandolo senza mai però scadere nella pedanteria; un linguaggio (sia letterario che musicale) semplice ma mai banale, che conferisce una forte unità formale al lavoro; in un gioco di equilibri sottilissimi, la parola e la musica si alternano nel raccontare una storia, nel narrare vicende che solo nelle fiabe possono accadere, senza inutili e leziosi orpelli e lontane anni luce da tutte quelle durezze avanguardistiche cui tanta parte della produzione musicale dei nostri giorni ci ha abituato. Una musica che “parla” a tutti e che a tutti, grandi e piccoli, “arriva”; una musica scritta per essere ascoltata e non solo capita, per comunicare e non per essere sezionata in laboratorio, analizzata, studiata, tradotta, interpretata… Campogrande riesce in un intento assai difficile per un musicista, oggi: riallacciare un rapporto col pubblico. Questo, forse, il merito più grande di Tempi Burrascosi
– Novaradio Città Futura