Energie alternative (2007)

for string orchestra

Alternatives energies!

Composer’s notes (in Italian)

Le mie energie alternative
A raccontarlo fa un po’ ridere, ma quando un compositore comincia a scrivere un nuovo pezzo si fa sempre un mucchio di domande. Io, almeno, che immagino la mia musica come un piccolo contributo al mondo nel quale vivo, mi chiedo ogni volta che cosa posso offrire agli interpreti e agli ascoltatori. Me lo chiedo davvero, senza nessuna retorica e senza sentirmi chissà chi: mi chiedo, da artista, qual è il gesto più bello che posso tentare di fare e in che modo posso cercare di rendere un po’ più ricca la vita delle orecchie o del cuore di chi ascolterà.
Intanto, mentre cerco una risposta (cosa che accade di solito quando sto già cominciando a buttare giù le prime note), mi pongo immediatamente una seconda tremenda domanda: i colleghi del passato, i Mozart e i Beethoven, come si comportavano in questa situazione? Che cosa hanno scritto per questo organico, come era fatta la loro musica di questa durata, come allestivano il loro spettacolo per riuscire a far arrivare alle orecchie quello che mi sta venendo voglia di scrivere? Cerco, cioè, di collocare la mia musica nella storia, e lo faccio, di nuovo, senza retorica, senza presunzione, ma semplicemente sapendo che i miei lavori finiscono di solito in una sala da concerto, dove prima e dopo – secondo le nostre attuali consuetudini – si ascolterà musica del passato e dove dunque anche questo mio nuovo brano dovrà trovare una propria collocazione in una prospettiva ampia (cosa che non capita, o capita decisamente meno, con un romanzo o un’opera d’arte visiva, che di norma hanno una loro fruizione autonoma, senza il confronto ravvicinato e diretto con analoghi lavori del passato).
Chi non fa il mestiere di compositore, chi non lo fa tutti i giorni, potrebbe pensare che a questa seconda domanda (“Come colloco la mia musica nella storia?”) si risponda una volta per tutte, dando origine a ciò che si definisce lo stile personale. E’ vero il contrario: come ha scritto saggiamente Daniel Baremboim, “fare musica è un’affermazione non dell’essere ma del divenire” e le risposte sono dunque continue e cangianti. Perché cambia la prospettiva dalla quale si osserva la domanda (ogni compositore cresce, matura, perfeziona la conoscenza del passato…) e cambiano le condizioni oggettive del presente (è un momento storico nel quale si ha voglia di rompere con la tradizione, di riscoprirla, di rinnovarla?).
Racconto questo perche in Energie alternative alle mie domande ho dato una risposta per me nuova, persino sorprendente, scoprendomi a maneggiare tecniche di composizione antiche di tre secoli come quella dell’utilizzare due temi contrastanti, un ritornello interno, uno sviluppo, una ripresa. Pur tradendola nei dettagli, ho fatto appello, cioè, a quella struttura costruttiva chiamata “forma sonata” che per Haydn, Mozart o Beethoven era consueta mentre per noi, che abbiamo conosciuto il Novecento, sembrava un pezzo d’antiquariato ormai improponibile. Così come alcuni colleghi straordinari hanno fatto prima di me (penso a Prokof’ev, a Britten…), anche io ho però evitato di comporre à la manière de, imitando lo stile dei compositori abituati ad utilizzare la forma-sonata; mi sono invece detto che anche da quel modulo del passato poteva venire nuova linfa alla creazione del presente e che, tutto sommato, all’eredità delle vecchie avanguardie novecentesche preferivo queste energie un tempo consuete e oggi, per noi, ormai alternative.
(nicola campogrande)

Instrumentation

string orchestra

Details

Duration 7′

World Premiere
May 15, 2007
Pinerolo (Italy), Accademia di Musica
Orchestra Filarmonica di Torino
Sergio Lamberto (Konzertmeister)

Rent nicola@inrete.it

February 21, 2007