Opera italiana (2010)

su libretto di Elio e Piero Bodrato

An opera celebrating the 150th anniversary of Italy’s unification, with an history spanning from the Sixties until the present.

Press

L’eclettismo della musica di Nicola Campogrande e lo humor sottile e surreale del libretto di Elio (molto ben scritto, firmato assieme a Piero Bodrato) sono la materia prima, semplice e genuina, di Opera italiana, l’opera composta per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia e che, con la sua prima esecuzione assoluta a Martina Franca, ha idealmente e felicemente chiuso l’itinerario del 48esimo festival della Valle d’Itria. Il pubblico – molte le presenze di giovani – ha seguito con interesse e leggerezza (…). La musica di Campogrande attinge liberamente, e senza timori né gerarchie, alla tradizione del belcanto, ai toni da musical, al jazz e finanche al rock, affidandosi a un’orchestra da camera in cui un basso elettrico e una chitarra elettrica s’intrecciano alle prime parti di un’orchestra sinfonica. Il risultato è che questa musica, che giunge confortevole all’orecchio dell’ascoltatore, allo stesso tempo ispira e motiva, e non poco, gli esecutori solisti…
– Fiorella Sassanelli, la Repubblica, August 6, 2022

Il festival porta in scena un inedito di Campogrande, compositore colto e raffinato fra i più apprezzati della scena internazionale per originalità di pensiero e di scrittura musicale. Il successo della prima assoluta di Opera italiana a Martina Franca, alla presenza di un pubblico eterogeneo per età, conferma quanto il teatro e la musica contemporanea siano vivi e la loro risonanza vivace.
In Opera italiana il compositore rivela una scrittura nuova, accattivante e un saldo legame con la tradizione più esemplare. L’uso sapiente di accostamenti timbrici, i temi originali fra i quali sono incastonati citazioni operistiche e ritmi moderni conferiscono alla partitura una bellezza singolare.
– Gabriella Fumarola, Avvenire, August 5, 2022

Il libretto è firmato da Piero Bodrato ed Elio (quello delle Storie Tese) e, come prevedibile, nella trama e nella scrittura porta in dote una componente di surreale ironia alla quale l’ispirazione musicale eclettica e cangiante di Campogrande conferisce ulteriore forza. Un’operazione dunque riuscita. Anzitutto per l’agile intreccio del libretto, ben costruito dal punto di vista drammaturgico (tre atti compatti e vari nelle situazioni) e gustoso nella lingua. Poi, per la musica di Campogrande (…) che spazia dal barocco al cabaret, dal pop al rap, dalla polifonia antica al brano tardoromantico. I fondamentali sono solidissimi, lo stile leggero e la storia della musica per lui è come una sorta di grande vocabolario al quale attingere senza un’apparente gerarchia di valori. In questo, il musicista torinese è tipicamente postmoderno, per il piacere di accostare stili e riferimenti, perseguendo la logica del contrasto e trovando anche affinità tra linguaggi lontani.
– Fabio Larovere, Connessi all’opera,  August 4, 2022

Campogrande ha realizzato un’opera di geniale eclettismo, dove si alternano con allegria e intensità momenti legati alla struttura tradizionale dell’opera (non sono mancate infatti le arie solistiche anche improntate al virtuosismo), con qualche impronta pucciniana vista soprattutto come una sorta di omaggio al Novecento: non sono infatti mancati accenni al musical, al jazz e anche al rock progressive con quegli intro del basso e della chitarra elettrici che si amalgamavano perfettamente all’organico cameristico e classico dell’orchestra. Una musica che arrivava piacevolmente alle orecchie degli spettatori con un taglio, però, assolutamente moderno e nuovo (…). Grande entusiasmo alla fine e calorosi applausi per tutti gli interpreti e per Nicola Campogrande.
– Eraldo Martucci, OperaClic, August 9, 2022

Martina Franca: Opera Italiana conquista il pubblico e fa riflettere gli addetti ai lavori.
Non è compito facile arrivare a produrre della Musica che sia personale nel linguaggio e che sappia essere riconoscibile nella attualizzazione dei codici musicali: operazione riuscita, nel rispetto del concept originario della Commissione senza eludere la ricerca di possibilità e virtuosismi di nuova concezione. La scrittura vocale è efficace dal punto di vista della fruibilità del pubblico ma è tutt’altro che banale ed arriva ad essere trascendentale sotto diversi aspetti in quanto ad esplorazione della tessitura delle singole voci con il chiaro effetto di elevarsi dalla monotonia compositiva di altri coevi; la scrittura strumentale (pensata per un’ Ensemble cameristico classico cui si aggiungono anche chitarra e basso elettrici) si snoda anche qui attraverso consolidate e nuove prassi di gestione delle tessiture offrendo anche una prospettiva ritmico-frastica di pregio che scava e valorizza il Libretto, avendo anche l’intelligenza di citare brani famosissimi – in parte rielaborati – nella parte di Quello che suona (la “Toccata” di Pietro Domenico Paradisi docet). Tutto ciò detto, sicuramente questo lavoro potrà trovare spazio in molti altri Cartelloni dopo la Prima Assoluta del 3 agosto 2022.
Grandissimo Il successo di pubblico tributato a questa “Opera Italiana”, il ché non era così scontato; questo permette di affermare che, secolo dopo secolo, l’Opera trova sempre il modo di essere attuale.
– Antonio Cesare Smaldone, Le Salon Musical, August 3, 2022

Campogrande ha composto una musica allegra e intensa, alternando i momenti di divertimento a quelli drammatici. Anche in questo caso tutto pieno nell’atrio di Palazzo Ducale. Un successo.
– Francesco Persiani, Telenorba, August 6, 2022

La musica di Campogrande cerca melodie e colori strumentali capaci di mettersi in rapporto con il pubblico: la partitura presenta pagine intrise di passione, amore e allo stesso tempo dramma. E in effetti il risultato è ottenuto […] Il folto pubblico che affollava come di consueto il cortile del Palazzo Ducale di Martina Franca ha salutato tutti i protagonisti con calorosi applausi, festeggiando altresì il compositore torinese Nicola Campogrande, che raccoglie in poco tempo due successi in territorio pugliese.
– Sabino Lenoci, L’Opera, September 2022

SINOSSI

ATTO I

Balconi, il portinaio di un grande complesso di condomini, si lamenta perché nel cortile si accumulano scatoloni di elettrodomestici appena acquistati. La colpa, spiega, è di chi li vende e li installa: Mario.

Mario, che arriva portando un ennesimo scatolone, si difende spiegando che il proprio lavoro è come una missione: vuole infatti migliorare la vita del condominio nel quale abita da quando è nato, ed è certo che un giorno diventerà “qualcuno”. È innamorato da sempre di Opera, una ragazza cresciuta con lui, che però ha lasciato quei palazzi ormai da qualche anno.

Anche se è certo che un giorno Opera tornerà, Mario accetta di andare a ballare con Scellerata, una ragazza spregiudicata e piena di energia che vive nel condominio e insiste perché Mario dimentichi il suo sogno nostalgico e pensi a vivere il presente.

Ma proprio mentre Mario è assente, Opera ritorna. È molto cambiata: adesso è la collaboratrice di Soldini, un uomo d’affari interessato a comperare il complesso dei palazzi. Opera, che vuol fare bella figura con il suo principale ma spera anche di riuscire a lasciare gli inquilini nei loro appartamenti, presenta al suo principale Balconi, con il quale Soldini stringe subito un’amicizia interessata.

Quando Mario ritorna, Opera e Soldini sono già andati via. Lui e Scellerata hanno passato una giornata scatenata e allegra, che però finisce molto male: la manifestazione a cui hanno appena partecipato termina infatti con la morte di un poliziotto.

ATTO II

Qualche giorno dopo, come promesso, Soldini e Opera fanno ritorno al condominio. Mentre Soldini visita scale e pianerottoli insieme a Balconi, che ha assunto come “consulente”, Mario, impegnato ad installare antenne sul tetto di uno dei palazzi, incontra finalmente Opera.

Mario si fa subito avanti, ma Opera teme di fare brutta figura con il suo principale, che ha preso Mario in antipatia, e così finge di non riconoscerlo. Mario però insiste e le dà un appuntamento per la sera stessa, sul tetto del palazzo dove un tempo si vedevano.

Quella sera, però, Mario aspetta inutilmente Opera, che non viene all’appuntamento. Al suo posto si presenta invece Scellerata, decisa a sedurre Mario e a fargli dimenticare il suo amore di un tempo. Mario cede e si allontana con lei quando Opera finalmente arriva, in ritardo. Ora tocca a lei pensare che Mario non l’ama più.

Il giorno seguente Mario rivede Opera e Soldini. Adesso l’atteggiamento di Mario è gelido e naturalmente Opera ricambia. In compenso Mario scopre che Soldini deve ritirare da Balconi un documento con il quale gli inquilini lo autorizzano a ristrutturare il condominio. Mario protesta, ma a quanto pare è inutile: Soldini gli spiega infatti che sul documento, falsificato dal custode, ci sarà addirittura la sua stessa firma.

Ma Balconi fa ritorno al condominio infuriato e scandalizzato: è stato in banca ed ha appena scoperto che l’assegno che Soldini gli ha dato per corromperlo è scoperto. Che vergogna! Dopo aver platealmente stracciato il falso contratto, Balconi smaschera Soldini, rivelando che il suo piano non è quello di ristrutturare il condominio bensì quello di trasformarlo in un enorme centro commerciale.

Anche Opera è coinvolta, benché giuri di essere stata a sua volta ingannata. È lo stesso Mario a intimarle di lasciare per sempre il condominio, per vendicarsi dell’offesa che crede di aver subito.

ATTO III

Sono passati alcuni mesi e Mario è diventato il principale rivenditore di elettrodomestici del condominio. Adesso è un benestante e si è trasferito a vivere nell’attico insieme a Scellerata, che a sua volta è diventata una elegante signora, dedita alla meditazione e alla new-age.

Mario dedica invece il suo tempo alla costruzione di un grande Generatore, con il quale sogna di accendere in un sol colpo tutti gli elettrodomestici che ha venduto negli anni. Il progetto va avanti da tempo ma senza grandi risultati, e Mario, deluso, confessa a Scellerata che pensa di abbandonare il condominio e trasferirsi a vivere altrove. Lei però allontana ogni volta questi pensieri tristi e dice a Mario: stiamo così bene in questo posto, e in fondo che cosa ci manca?

La verità è che, anche se adesso è ricco, Mario è infelice perché ha perso per sempre Opera.

In realtà, dopo la rovina di Soldini, anche Opera è caduta in povertà ed è tornata a vivere in uno degli appartamenti ai piani bassi del condominio, il più distante possibile da quello dove vive Mario. Opera è certa che Mario non l’ha perdonata e teme di incontrarlo; così respinge le insistenze di Balconi, che invece è sicuro che lui l’ama ancora, e arriva addirittura a trascinare Opera fino all’attico.

Purtroppo Mario non è presente e il custode e Opera trovano ad accoglierli Scellerata, che naturalmente non vede affatto di buon occhio il ritorno di Opera.

Temendo l’incontro tra lei e Mario, Scellerata, rimasta nuovamente sola, organizza quindi un piano e quando Mario rientra lo sorprende, annunciando di aver cambiato idea: ha ragione lui, il condominio è vecchio e invivibile e devono andarsene. Scellerata si offre quindi di cercare Soldini per proporgli nuovamente di comprare l’attico.

La partenza è decisa. Mario prepara tristemente le valige. Lasciare il condominio è un peccato, ma restare a progettare un Generatore che non funziona e attendere qualcuno che non tornerà è anche peggio.

Mentre racconta la sua tristezza a Quello che Suona (un vicino di casa che non si vede mai, ma con il quale Mario ha fatto amicizia) Mario non si accorge che Opera è silenziosamente apparsa alle sue spalle.

È Balconi che l’ha mandata per un ultimo tentativo e così lei ascolta in silenzio e con emozione le parole piene di amore e rimpianto di Mario. Infine Opera si svela e i due si abbracciano.

Quando Scellerata torna all’attico insieme a Soldini trova Mario e Opera insieme ma non se la prende, anche perché, nei pochi minuti insieme, lei e Soldini hanno capito di avere molto in comune.

Mario è felice di aver ritrovato Opera; tanto felice che decide di mettere in funzione il grande Generatore di energia: intuisce che adesso finalmente, funzionerà perché è la passione l’elemento che mancava e gli impediva di attivarsi.

Quella di Mario è però una mossa azzardata. Il Generatore, si sovraccarica ed esplode, trasformando il povero Mario in pura energia. Tutti assistono alla scena a bocca aperta. Mario, proprio come desiderava, è diventato finalmente qualcuno: una stella nel cielo.

Instrumentation

solo: sopr. (b2-e5), contr./pop singer (f#2-c4), ten. (c2-c4), bar. (g1-g#3), bass (f1-f3)

fl (picc.). ob (eh).cl (bcl).bn – hn.trp.tbn – perc (2) – e-guit – piano – 2vl.va.vc.db (e-bs)

Alternative version:
2.2.2.2 – 2.2.1.0 – perc (3) – e-guit – piano – strings – e-bs
(in preparation)

Details

Duration 90′

Commission
Comitato Italia 150

Published by
Breitkopf & Härtel
Breitkopf MM 2211102

World Premiere
Festival della Valle d’Itria
Martina Franca (Italy)
August 3 and 5, 2022

Opera Cristin Arsenova
Scellerata Candida Guida
Soldini Raffaele Abete
Mario Gurgen Baveyan
Balconi Yuri Guerra
Quello che suona Claudio Bonfiglio

Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari
Alessandro Cadario (conductor)
Tommaso Franchin (director)
Fabio Carpene (set designer)
Giada Masi (costume designer)
Alessandro Carletti (lighting designer)

February 20, 2009