Quando piovvero cappelli a Milano (2000)

Opera per bambini
su un testo di Gianni Rodari

A short opera for children with an explosion of many different endings

Italian notes by the composer
Quel che mi affascina nel teatro musicale è la possibilità di fondare dei mondi. Di cogliere uno spunto, un’idea, un germoglio da far ramificare a poco a poco. Perché così, costruendo intorno al fermento iniziale, si può creare un universo complesso in cui sono attivi nessi e relazioni molteplici, un mondo “per natura” dominato da regole musicali e drammaturgiche, un cosmo in cui molti diversi atteggiamenti creativi possono trovare il proprio spazio.
Certo, con l’opera si possono raccontare storie; ma bisogna dimenticarsi che esiste il cinema per godere dei ritmi lenti del melodramma. E allora si può immaginare che il teatro musicale sia un punto di osservazione, un “fermate tutto: ora ci ragioniamo insieme”, un tempo e un luogo in cui il compositore porta in scena ciò che ha da dire intorno al tema dato. Così, scrivendo la mia Macchinario (Teatro Rossini, Lugo, 1995)  mi è capitato di “fare teatro musicale” sulle macchine (lo yo-yo, la macchina per fare la pasta, l’orologio, il fax…); con Lego (Teatro Nuovo, Verona, 2000) ho avuto a che fare con mattoncini giocattolo; e ora, con Quando piovvero cappelli a Milano, provo a osservare insieme una storia e le voci di molti bambini che mi raccontano come va a finire.
L’idea viene da Rodari e ha già in sé una bella storia. Il 10 dicembre 1969 (io avevo due mesi e un giorno) andò in onda alla radio la puntata numero 8 del suo Tante storie per giocare. Era un “programma per i piccoli” con una sigla che, programmaticamente, diceva: “Tante storie ti voglio narrare / tante storie per giocare / e quando non ne so più / me le racconti tu. / Le storie di una volta / parlavano di fate / di maghi, di streghe / di belle addormentate; / ma in giro per il mondo / per chi le sa cercare / ci son tante storie nuove / ancora da inventare”. La trasmissione cominciava con Rodari, in studio, che commentava insieme a cinque bambini le vicende di Piertonto raccontate da alcuni attori. Si ascoltava, si parlava, si lasciava perdere Piertonto e a un certo punto arrivava la storia aperta, quella con il finale da inventare: e lì, nella puntata numero 8, la storia era Quando piovvero cappelli a Milano.
Poi le Tante storie per giocare diventarono un libro, con tre finali a scelta per ognuno dei racconti e, in appendice, l’indicazione personale di Rodari per gli indecisi. Un libro che avevo letto da piccolo e che, non so perché, non è rimasto a casa dei miei genitori ma in qualche modo si è infilato nella mia libreria. Così, quando mi ha telefonato Sara Simari e mi ha detto che il Centro Rodari per la Musica pensava di propormi di scrivere un’operina, il volume è saltato fuori e quella strana storia di cappelli, che aveva la mia età, è salita sul leggio del pianoforte e si è messa lì a chiedermi di “fare teatro musicale” su di lei.
Allora ho pensato di provare a giocare anch’io come aveva fatto Rodari, andando in giro per le scuole con un registratore e la mia storia in cerca di finali. E, ora che la sto scrivendo (è settembre, mentre stendo queste note), so che nella mia operina, insieme alla cantante e all’orchestra, ci saranno le voci di tanti bambini e ci sarà il suono di una bobina che si riavvolge – un suono sempre diverso, a esser precisi – perché ogni volta, cantato un finale, si ritornerà un po’ indietro e se ne canterà un altro.
Non ho ancora capito se sto “facendo teatro musicale” sui cappelli, sulla pioggia, sui nastri che si riavvolgono o su tutte queste cose insieme: io, come sempre, mi diverto un mondo e mi sa che anche Rodari, dovunque sia ora, se tendesse l’orecchio sul mio studio si metterebbe a canticchiare.
– Nicola Campogrande

Instrumentation

Sopr., Actor
1 (also picc.).1.1.1 – 0.0.0.0 – perc (1), strings
pre-recorded cd

Details

Duration 20′

Commission
Centro Rodari per la musica di Cosenza

World Premiere
December 18, 2000
Cosenza, Teatro Rendano

Buy/Rent nicola@inrete.it

January 4, 2000