Ancora una volta affascinante l’incontro con la voce contemporanea di Nicola Campogrande, sapiente mescitore di istanze protonovecentesche distillate in linee essenziali e giocosamente irrequiete. La sua Bizzarra per violino solo, con le sue fioriture germinate come vocalizzi attorno alla genesi di un’unica nota ipereccitata, con i languori dell’Adagio intinti in atmosfere vagamente raveliane e sfocianti nel picaresco gioco di specchi deformati del Prestissimo finale, era una luminosa lezione di pungente intelligenza, bell’affresco del nostro tempo da incastonare tra i classici
– Elide Bergamaschi, Il cittadino, February 10, 2014