Lo scopo? Semplice: per arrivare a raggiungere un ascolto più consapevole. Della serie: se sappiamo come funziona, possiamo trarne anche il maggior piacere possibile. Non fa una piega. Campogrande, con il suo tipico approccio da abile divulgatore, va così a coprire una falla nelle pubblicazioni di argomento musicale (…) e invita il lettore che ama la musica (attenzione: il libro è adatto anche alle generazioni più giovani) a entrare dalla porta di servizio e ad accomodarsi dietro le quinte. In silenzio. A osservare gli ingranaggi che mettono in moto un’orchestra (…). Il climax del libro arriva nella sua parte finale, quando l’autore racconta in una ventina di pagine dieci brani a suo giudizio «orchestrati divinamente». Leggete la descrizione e poi ascoltatene una buona esecuzione. Per capire meglio il concetto che sta alla base del libro: raggiungere un maggiore piacere attraverso un ascolto consapevole. Che non è poco.
– Helmuth Failoni, Corriere della Sera
Le maggiori qualità del divulgatore, dando per scontata la competenza, sono la chiarezza e scorrevolezza dell’esposizione – spesso ottenuta attraverso una vivace alternanza di registro – e l’umiltà di insegnare senza sfoggio, scendendo dalla cattedra (o dal podio), passeggiando tra i banchi e rispondendo alle domande ovvie o curiose con la stessa disponibilità con cui si affronterebbero questioni più articolate. Campogrande lo fa egregiamente da anni, sulle orme di Bernstein, avvicinando i non addetti ai lavori a una materia tanto affascinante quanto tecnicamente complessa come la musica classica: qui conduce per mano nel grande condominio dell’orchestra il lettore che non abbia frequentato un conservatorio, illustrando agilmente i ruoli delle famiglie dei vari strumenti, la funzione del direttore e alcune strategie minime per affrontare il rompicapo di un’orchestrazione, proponendo in playlist esempi di riferimento per stimolare un ascolto consapevole e appagante.»
– Alessandro Hellmann, Rockerilla
Colto, energico, appassionato, Campogrande attira nell’orbita del suo raggio d’azione una quantità immensa di riferimenti e suggestioni. Avendo in più il meraviglioso vantaggio di non tediare mai i suoi ascoltatori, né i lettori. Così faremmo bene a drizzare le orecchie e ad aprirle completamente, perché la storia narrata in questo libro vi si possa depositare con la lieve densità che ogni classico è capace di sprigionare.
– Maremosso | laFeltrinelli
Il compositore Campogrande svela i segreti dell’orchestra. Scritto con un linguaggio accessibile a tutti, il saggio analizza nel dettaglio le caratteristiche degli strumenti; approfondisce la figura del direttore d’orchestra; si sofferma su come nasce una partitura che, una volta terminata, ha bisogno di una revisione e di un editing grafico, per raggiungere risultati di eccellenza l’editing può durare anche più a lungo della fase di composizione, spiega Campogrande.
Nelle ultime pagine si trovano una serie di consigli d’ascolto, tra cui la sinfonia Jupiter di Mozart, la sinfonia Italiana di Mendelssohn, Become Ocean di John Luther Adams, Fontane di Roma di Ottorino Respighi, la Sinfonia n. 3 di Brahms.
– Ansa
Un vademecum preziosissimo sia per chi frequenta la musica classica (e non solo), sia per chi lo fa di rado. Lo scopo è la consapevolezza che genera un piacere aggiunto a quello dell’emozione. E nel corso della lettura del libro si può immediatamente verificare quanto raccontato grazie a un qrcode che consente di scaricare i brani utili alla comprensione di un determinato strumento.
– Barbara Notaro Dietrich, La gazzetta di Parma
Ma chi fa parte di una orchestra? Che ruolo hanno i diversi strumenti e come si combinano tra loro? Che cosa fa un direttore e in che modo guida i musicisti? Ma come fanno i vari componenti di una orchestra a conoscere a menadito le parti che devono eseguire? Ma anche, semplicemente: nel momento in cui si legge uno spartito, come si fa a voltare pagina senza dover staccare le mani dallo strumento? Nicola Campogrande risponde a tutte queste domande (e a molte di più) e ci mostra cosa accade dentro il “condominio dell’orchestra” prima, durante e dopo un concerto. Inoltre, ci racconta l’evoluzione delle formazioni orchestrali nel tempo, spiega i meccanismi con cui i musicisti contribuiscono alla costruzione dell’armonia collettiva e svela segreti e retroscena dei brani da concerto più amati. Viaggio al centro dell’orchestra si rivela così non solo un utile strumento di conoscenza e approfondimento, ma una guida all’ascolto per curiosi e appassionati, un volume per immergersi nella meraviglia della musica orchestrale in maniera più consapevole. Perché, come spiega l’autore: «La bellezza, l’emozione, la sorpresa, l’eccitazione, la gioia regalate da un brano suonato da un’orchestra sono doni preziosi; e un ascolto più consapevole può moltiplicarli, lucidarli, renderli più intensi».
– Roberto Roveda, L’Unione Sarda
Tutti ci lasciamo rapire dal suono avvolgente, squillante, perentorio o meditativo dell’orchestra; ma come si arriva a ottenere quegli effetti? Quando molto strumentisti e varie famiglie di strrumenti si sono riuniti in quell’organico, che nell’800 è andato sempre più dilatandosi? Quando si è sentita la necessità di un direttore e quale è il suo ruolo? Cos’è la concertazione? E, prima ancora, quali sono i timbri che rendono caratteristici i singoli strumenti? Come funziona concretamente un’orchestra? A queste domande il libro dà risposte sintetiche ma chiare anche per i profani.
– Massimo Marino, Corriere della Sera – Bologna
Che piaccia o meno, che la si capisca oppure no, tutti abbiamo assistito all’esecuzione di un’orchestra sinfonica, guardando incuriositi la gestualità del direttore, con la sua bacchetta in mano, o il tocco del triangolo del musicista in piedi, dietro a tutti gli altri. Campogrande ha scritto un libro proprio per aiutare a capire come funziona un’orchestra, che ruolo hanno i diversi strumenti e che funzione svolge un direttore. Una lettura che diventa una guida all’ascolto della musica orchestrale.
– Loris Gherrra, La Stampa – TorinoSette
Ecco una buona idea per un regalo da mettere sotto l’albero di Natale. La dobbiamo a quel geniale affabulatore di fatti musicali che è Nicola Campogrande – molti di voi lo conosceranno per le tante presenze a RAI Tre, e per la trasmissione Contrappunti sul canale Classica HD di Sky – il quale ha mandato da poco in libreria, grazie all’editore Rizzoli, un altro dei suoi bei testi di pretto carattere divulgativo. Si tratta diViaggio al centro dell’orchestra (La vita segreta della musica classica tra direttori e solisti, prove e strumenti, disastri e colpi di genio), che fa seguito a titoli quali Capire la musica classica ragionando da compositori, Occhio alle orecchie, Le partiture sono ricette di cucina, 100 brani di musica classica da ascoltare una volta nella vita.
Il fatto è che Campogrande, oltre ad essere uno dei compositori italiani di maggior peso (e pure uno dei più fertili), oltre ad essere un valido critico musicale del supplemento La lettura del Corriere della sera, oltre avere svolto importanti incarichi di direttore artistico – dal 2016 al 2023 lo è stato del Festival MITO Settembre Musica – sa essere anche un divulgatore, dallo stile pulito e piacevole. Capace cioè di esprimersi con completezza e semplicità, e di farsi leggere e comprendere con facilità. Doti invero non facili a trovarsi. Di cosa parla Viaggio al centro dell’orchestra? Dell’orchestra classica, ovviamente, fondamento della musica colta occidentale. Perché, come si dice nell’Introduzione, è pur vero che «esistono i recital pianistici, i concerti di musica da camera e quelli corali; ma nell’immaginario collettivo la musica classica e l’orchestra sono associate in modo inscindibile».
Dunque ecco venir spiegato, anche con qualche pizzico di humour, come essa è formata, prendendo atto che ci sono formazioni sinfoniche di vario ‘peso’, più piccole da camera, altre fatte di soli archi o di soli fiati. Quali e come sono fatti sono gli strumenti che la compongono, e quale ruolo rivestono. In qual modo le orchestre svolgono il loro lavoro e qual è la funzione della figura del direttore. Poi non manca qualche pagina sulla sua vita quotidiana, sul ruolo sociale, sull’inserimento di tali compagini nel complesso sistema produttivo artistico.
Alla fine del libro, Campogrande ha inserito una proposta di dieci brani “orchestrati divinamente”, secondo suo il parere, partendo dalla Jupiter di Mozart per arrivare a Become Ocean di J. L. Adams. Brani che è possibile ascoltare – come altre musiche citate nel libro – grazie ad un QR Code che rinvia ad una apposita playlist su Spotify.
Il libro, per inciso, è arricchito da deliziosi schizzi grafici di Monica Fucini. L’autrice, se non andiamo errati, delle belle sigle di Sky/Classica HD.
– Gilberto Mion. Teatro.it